8558 HACK
Spettacolo su Margherita Hack
Biglietto 8€, acquistabile all’ingresso del teatro oppure in prevendita su Ticketpoint
di Diana Höbel
musiche originali Baby Gelido con Paolo Cervi Kervisher
con Diana Höbel e Marco Sgarbi
Margherita Hack è venuta a mancare il 29 giugno 2013, a 91 anni. Un asteroide col suo nome è nello spazio. Come le stelle continuano a inviarci la loro luce dopo essersi spente, la figura della Hack può continuare a fare da esempio, anche se non è più tra noi.
Prima donna a capo di un Osservatorio Astronomico in Italia (dal 1964 al 1987 ha diretto l’Osservatorio di Trieste, facendolo diventare un punto di riferimento a livello internazionale), Margherita Hack, oltre ai suoi meriti scientifici, negli anni è diventata un modello: con la sua professionalità, coniugata a unindole giocosa, infondeva ottimismo; con l’autorevolezza del suo ruolo legittimava la possibilità, da lei incarnata, di un pensiero autonomo e originale.
La Hack affascina e incuriosisce non solo per il notevole contributo da studiosa e divulgatrice, ma perché è stata una donna libera. Libera di vivere coerentemente alle sue convinzioni, non sempre conformi a quelle della maggioranza delle persone: la scelta di non avere figli, per esempio, risulta trasgressiva perfino oggi, e ci ricorda che è possibile vivere rimanendo fedeli a se stessi e esenti da condizionamenti. Grazie allo studio, all’impegno, al coraggio e a una lieta determinazione, Margherita Hack è stata una donna che ha saputo farsi strada nella vita professionale e ha realizzato le sue potenzialità di individuo. Ed è stata una donna che ha amato, ricambiata, tutta la vita, di un amore da romanzo: con Aldo si erano conosciuti da bambini, giocando insieme a guardie e ladri, lei aveva solo 11 anni, lui 13. Si sposarono nel 1944 e rimasero insieme fino a quando “Marga”, come la chiamava il marito, se ne andò.
8558 HACK è il racconto di una vita sostenuta da una fiducia contagiosa: non un ottuso ottimismo sulle magnifiche e progressive sorti dell’umanità, bensì la fiducia in se stessi e nell’idea che la capacità unita all’applicazione porta sempre frutto.
La nostra studiosa delle stelle è una figura che simbolicamente coniuga due tensioni; quella di guardare in su, in cielo, oltre il proprio orizzonte, verso mondi lontanissimi ancora inesplorati, e la possibilità di farlo non solo con lo strumento del poeta, ma con metodo scientifico: guardare le stelle coi piedi ben piantati in terra.
Diana Höbel, attrice e autrice, diplomata alla Scuola di Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano. Ha lavorato per il Teatro Stabile di Torino, l’Atir e l’OutOff di Milano, Galleria Toledo di Napoli, Teatro Comunale di Modena, Arena del Sole di Bologna, Teatr Nowy a Poznań, Emilia Romagna Teatro Fondazione. È stata diretta tra gli altri da: Konstantin Bogomolov, Massimo Castri, Luca Ronconi, Janusz Wisniewski, Gabriele Vacis, Monica Conti, Serena Sinigaglia, Sandro Mabellini, Laura Angiulli, Paola Viano. Scrive e interpreta spettacoli prodotti da diversi Enti e Istituzioni, tra cui: Fondazione Benetton, Sissa, Ego, Amici della Musica di Modena, Hangar Teatri, Museo Joyce di Trieste. È autrice di radiodrammi per Radio Rai Uno Fvg. www.dianahobel.com
Marco Sgarbi, direttore Artistico del Teatro Comunale di Occhiobello (RO), e direttore organizzativo del teatro Ferrara Off; laureato in Lettere Moderne, dal 1993 ha lavorato: come attore (in teatro: per Elena Felloni, Marco Felloni, David L. Hirst, Giuseppe Gandini, Alexandra Dadier, Pamela Volpi, Gianni Bianchini, Giulio Costa, Rita Formignani, Pier Giorgio Schiona; nel cinema: Ermanno Olmi, Roberto Cimpanelli; in televisione: per Riccardo Donna, Marco Turco); come assistente di produzione per la “Dolly Bell Cinema-tografica” di Genova; come drammaturgo; come produttore teatrale.
Baby Gelido (Stefano e Daniele Mastronuzzi – chitarra e sintetizzatori/drum machine), dal 1999 conta un lungo elenco di performance musicali dal vivo, tra le ultime: nell’ambito della mostra “IL MIO CARSO. 100 anni e 100 immagini. Omaggio a Scipio Slataper”; Naš Kras/Il nostro Carso, reading performativo; Variazioni, performance di musica e danza; Barocco in bar sperimentazione tra barocco ed elettronica; nell’ambito di “Pordenonelegge”, Kamasutra in musica su “Sir Richard Burton”; nell’ambito di “Trieste poesia 2010”, Ecco da dove vengono le parole; nell’ambito di Absolute Poetry, Monfalcone 2012.
Paolo Cervi Kervisher, studia con Nino Perizi presso la Scuola libera di figura al Civico Museo Revoltella, si diploma in pittura con Emilio Vedova, Accademia di Belle Arti di Venezia. Opera con mostre personali, installazioni e performance in Italia, Austria, Slovenia, Croazia, Germania, Ungheria, Bosnia, Francia. Dal 1980 è fra i partecipanti agli incontri internazionali (Colonie) nell’area Mitteleuropea. Dal 2008 è visiting professor di Storia dell’Arte presso l’Università di Banja Luka.